ELISABETTA MANEA VED. DE MARCHI - residente a Marano Vicentino (VI)

ROBERTO DE MARCHI (21 anni)
ELISABETTA MANEA VED. DE MARCHI (60 anni)
La famiglia De Marchi è stata spezzata proprio quando le cose cominciavano finalmente a funzionare. Nella strage di Bologna sono rimasti uccisi la madre, Elisabetta Manea, di 60 anni, appena ripresasi da un delicato intervento chirurgico, ed il più giovane dei figli, Roberto, di 21 anni.
Sono rimasti tre figli: Francesco, sposato con due bambini, impiegato comunale a Marano Vicentino; Mario, 28 anni, laureando in pedagogia (viveva con la mamma e il fratello minore); Angelo, 24 anni, sposato, operaio specializzato a Malo.

Fuori alla casa di Marano Vicentino, c'è l'orto come l'ha lasciato la mamma; sul divano del soggiorno, la maglia sportiva di Roberto, rossa, con la scritta della sua squadra di pallavolo "Volley Sottoriva".
"Soprattutto la mamma - dice Mario –[…] ha avuto così poco quando era in vita! Rimasta orfana, si è cresciuta cinque fratelli, tutti più piccoli di lei. La stessa difficile situazione di donna sola a crescere quattro ragazzini si è ripetuta quando morì mio padre. Io avevo solo 16 anni".

Elisabetta e Roberto De Marchi hanno trovato la morte mentre erano in viaggio per raggiungere un paesino del barese. Elisabetta, dopo le molte insistenze dei figli, aveva accettato l'invito di una sua cognata, che passava qualche mese in Italia prima di far ritorno in Australia (tutti i fratelli Manea vivono là, emigrati da tanto tempo).
"Viaggiava in prima classe - racconta il figlio Mario - " Avevo faticato ad impormi per renderle meno penoso il lungo spostamento. Ma lei, a Bologna, aveva preferito fermarsi nella sala d'aspetto di seconda. Le avevamo anche consigliato di andare a vedere qualcosa della vostra bella città, o di andare a trovare una nostra parente. Non se la sarà sentita, e Roberto non ha voluto lasciarla sola".

Angelo racconta, con un tono spento, come hanno vissuto a Marano Vicentino le ore immediatamente successive alla notizia dello scoppio in stazione. "Mio fratello Mario ha sentito, casualmente, le prime notizie trasmesse per radio - dice -. Mi ha telefonato ed ho scoperto con orrore che l'orario era quello in cui mamma e Roberto si trovavano là. Nel primo pomeriggio eravamo già a Bologna. Abbiamo saputo quasi subito che Roberto era tra le vittime, ma non c'erano notizie della mamma. In serata, siamo partiti per Iesolo per portare di persona la notizia a Francesco. Siamo ritornati a Bologna la domenica mattina. Anche la mamma era stata ritrovata".
Cit. Vittoria Calabri.