Presentazione
Se noi volgiamo lo sguardo attorno a noi, vicino e lontano, constatiamo
l'estensione e la globalità delle iniziative comuniste in tutto il mondo.
Per quanto riguarda l'Italia dobbiamo anche aggiungere che l'iniziativa
comunista si estende a quasi tutti i settori della vita pubblica e la sua
infiltrazione ha carattere galoppante.
In questo quadro della situazione mondiale e nazionale sta la ragione per
cui il Convegno di studio, promosso dall'Istituto «Alberto Pollio » di studi
storici e militari, ha destato un vasto interesse, riconoscendo che la
guerra, la terza guerra mondiale, è già in atto e si manifesta in modi vari
ora appariscenti e cruenti, ora meno appariscenti ma forse più incisivi.
La pubblicazione di questi Atti non è dunque che il seguito logico
dell'impegno degli organizzatori del I Convegno, i quali si proponevano
appunto di promuovere lo studio critico della «guerra rivoluzionaria», cioè
dell'offensiva planetaria del comun-ismo, avendo lo scopo di denunciare
l'estensione e l'urgenza del pericolo che essa rappresenta e di cercare i
mezzi più idonei per un'efficace difesa. Vi è quindi la speranza che le idee
enunciate ed i suggerimenti proposti durante il I Convegno possano essere
accolti e sviluppati e che possano essere di sprone a qualche pratica
iniziativa.
Nel curare il volume abbiamo seguito il criterio di disporre le relazioni,
gli interventi e le comunicazioni secondo un ordine inteso a raggruppare -
nel limite del possibile argomenti affini, ed abbiamo diviso la materia in
sei parti. Parimenti, al fine di rispecchiare fedelmente la fisionomia del
dibattito e l'intensa partecipazione di tutti gli intervenuti, abbiamo
voluto conservare agli interventi il loro carattere d'interventi parlati.
Infine vogliamo ringraziare la sensibilità dell'editore Giovanni Volpe, il
quale non soltanto si è preso l'impegno non lieve di pubblicare i presenti
Atti, ma ha anche fatto in modo che essi vedano la luce a meno di un mese
dall'avvenimento.
EGGARDO BELTRAMETTI
Inaugurazione del Convegno
Relazione del
presidente GIANFRANCO FINALDI
_______________________________________________________
Signori e cari Amici,
vi ringrazio anzitutto per avere aderito in così largo numero al nostro
invito a partecipare, al primo convegno di studio indetto dall'Istituto
Alberto Pollio di studi storici e militari. Convegno di cui vi dirò
brevemente tra poco le intenzioni, la struttura ed i limiti. Alla presidenza
del nostro incontro siedono persone la cui figura e il cui nome ci onora, e
che desideriamo del pari. ringraziare con particolare calore. Essi sono il
Consigliere della Corte d'Appello di Milano dottor Salvatore Alagna, il
generale, Alceste Nulli Augusti e il dottor Adriano Magi Braschi.
Il Consiglio direttivo dell'Istituto ha poi pregato me di occuparmi della
direzione del dibattito. Incarico che ho accettato con gioia e che cercherò
di adempiere nel modo migliore che mi sarà possibile, con il ben più
autorevole conforto degli 'amici che ho testé nominato, e ben consapevole.
della responsabilità di dirigere un incontro al quale prendono parte persone
di tanta qualità e di tanto prestigio.
Segretario del Convegno è l'amico avvocato Paolo Balbo, che pure fa parte
del Consiglio direttivo dell'Istituto.
L'Istituto Alberto Pollio di Studi Storici e Militari, intitolato al nome di
un grande capo militare e di un grande studioso di cose militari - alla
memoria del quale intendiamo qui rendere omaggio - è sorto pochi mesi or
sono, per iniziativa di alcuni amici, dediti con passione alle indagini su
questi argomenti, con lo scopo di raccogliere, coordinare e convogliare
energie, nel campo culturale, per l'approfondimento di alcuni temi che – a
noi sembra – sono destinati ad incidere in modo straordinario e diretto
sullo sviluppo delle idee e dei problemi del nostro tempo.
Il primo fra tali temi, è appunto quello proposto come argomento di questo
nostro convegno. Vale a dire, la guerra rivoluzionaria.
Di questo noi ci occuperemo nelle tre giornate dei nostri lavori.
Di che cosa si tratta? Che cosa è la guerra rivoluzionaria? Qual è la
dottrina della guerra rivoluzionaria? Quali sono i suoi precedenti ? Come si
manifesta? Come è sorta? A che cosa tende? Quali sono i suoi prevedibili
sviluppi? Come comportarsi nel quadro della guerra rivoluzionaria?
Questi sono sostanzialmente gli interrogativi principali ai quali il nostro
convegno di studio dovrà dare – o almeno cominciare a dare – una risposta.
Non mi addentrerò, ovviamente, nel merito, neppure a titolo meramente
introduttivo, giacché proprio a questo sono destinate le relazioni che vi
verranno illustrate dai miei colleghi, e sulle quali si articolerà il
dibattito del convegno.
Mi limiterò – intermini di estrema (ed anche approssimativa) sintesi – ad
enunciare l'assunto principale, direi preliminare, dal quale tutti noi
prendiamo le mosse.
L'assunto è questo. Mentre le opinioni pubbliche del mondo occidentale, e
diciamo pure le classi dirigenti occidentali, elaborano in termini di
angoscia una problematica della guerra nucleare, mentre esse si pongono di
fronte al fenomeno guerra come di fronte ad un'eventualità di là da venire,
ma è invece un fenomeno già in atto.
Noi affermiamo cioè (consentitemi questa immagine colorita, ma assolutamente
non paradossale: una immagine che sentirete ripetere nel corso del convegno)
che la terza guerra mondiale è già scoppiata, che essa si sta combattendo
nel mondo, anche se, nel suo quadro, non è stata ancora usata l'arma
atomica.
Non è ripeto una formula adottata per gusto di paradosso, ma è una
enunciazione precisa, razionale, documentabile ed oserei dire scientifica.
E' soprattutto una presa di coscienza.
Noi siamo sottoposti ad un'aggressione rivoluzionaria, in termini bellici, e
dobbiamo anzitutto rendercene conto per poterci difendere.
Ecco dunque l'assunto, Noi affermiamo che è .in corso di svolgimento una
vera e propria guerra guerreggiata, condotta secondo dottrine, tecniche,
procedimenti, formule e concetti totalmente inediti. Una guerra rispetto
alla quale tutti i vari conflitti (caldi o freddi) succedutisi in questi
anni - dalla Corea al Vietnam, attraverso l'Indocina, l'Algeria, il Congo,
il Venezuela, Cuba e cosi via - non rappresentano che altrettanti « episodi
».
Si tratta di un fenomeno nuovo che opera su scala mondiale, articolandosi -
nel tempo e nello spazio - in manifestazioni di varia natura e intensità.
Simile nuovo tipo di guerra si chiama appunto «guerra non-ortodossa» o
«guerra rivoluzionaria ».
La dottrina, la strategia, il concetto operativo, i procedimenti e le
tecniche della guerra rivoluzionaria, sono stati elaborati, adottati e
sperimentati dai comunisti in termini globali e su scala planetaria.
Ai principi della guerra rivoluzionaria è ispirata, comunque e dovunque la
condotta non soltanto degli Stati comunisti, ma anche dei partiti comunisti
che operano nei Paesi del mondo libero.
In tal modo, per i comunisti, la competizione politica - a livello
internazionale, ed ai diversi livelli nazionali, cioè anche all'interno dei
singoli Paesi non comunisti; compresa l'Italia è in ultima analisi un fatto
bellico, avente come obiettivo la
sconfitta totale dell'avversario.
Simile concezione, mentre consente una visione sistematica della presente
realtà storico-politica, pone agli studiosi non comunisti Ce più in generale
alle classi dirigenti non-comuniste) problemi interamente nuovi, in sede
politica, tecnica, giuridica. e persino morale.
Vorremmo dire che si tratta di un modo completamente nuovo di considerare
l'azione del comunismo, di collocarsi di fronte al comunismo.
Questo modo completamente nuovo consiste anzitutto nel rendersi conto che i
comunisti applicano a tutti i livelli (su scala internazionale come su scala
nazionale) una scienza bellica. Essi conducono cioè, non una lotta politica,
ma, una guerra nel senso reale e non figurato del termine.
Da questo angolo visuale, per esempio, è possibile, inquadrare in un modo
sistematico per quanto più direttamente ci riguar-da l'azione del partito
comunista italiano.
Consentitemi un esempio. Abbiamo visto nei giorni scorsi partire una
delegazione del legittimo governo del paese, alla volta degli Stati Uniti.
Contemporaneamente, abbiamo visto partite ma delegazione politico-militare
del partito comunista; alla volta di Hanoi, capitale del nord Vietnam, un
paese che l'Italia non riconosce ufficialmente, e che essendo impegnato in
guerra contro una nazione nostra alleata può essere considerato come nostro
virtuale nemico. Di più. Il partito comunista ha formalmente annun-ciato di
essere pronto ad allestire un corpo di volontari diretto nel Vietnam, «se
quèsto sarà necessario e se sarà richiesto ». Al tempo stesso, il partito
comunista ha lanciato un «prestito di guerra» a favore dei guerriglieri
comunisti che si battono contro truppe di un paese al quale l'Italia è
legata da un patto militare.
Cioè: il partito comunista si è comportato come se fosse investito di poteri
statuali. Come se fosse uno Stato nello Stato.
Ecco un esempio straordinario caratteristico di condotta strategica della
guerra rivoluzionaria.
Altri ve ne parleranno più diffusamente, inquadrando il fenomeno nel
contesto di una relazione metodologica, sulle tecniche della guerra
rivoluzionaria.
Ma qui faccio punto, altrimenti invaderei il campo degli amici e colleghi
che successivamente vi illustreranno le loro relazioni e comunicazioni. Il
tema del convegno è dunque sufficientemente definito. Debbo ora parlarvi dei
suoi limiti, e vi prego di porgermi attenzione.
1) Questo nostro primo convegno di studio è propedeutico, Esso cioè - nelle
intenzioni dei promotori - vuole limitarsi a definire l'argomento, ad
impostarlo, a delinearne i contorni, sul terreno storico, sul terreno
dottrinario, sul terreno tecnico. Esso vorrebbe contribuire anzitutto ad una
presa di coscienza del fenomeno, e poi alla prima elaborazione di un
linguaggio comune fra quanti si occupano in Italia di questo argomento.
2) Questo è un convegno di studio. Non è un convegno politico. Ad esso
prendono parte persone oltremodo qualificate: studiosi, esponenti del mondo
economico e imprenditoriale, intellettuali, giornalisti e osservatori
militari. Non vi partecipano uomini politici in quanto tali, cioè in quanto
militanti politici: dirigenti di partito o parlamentari.
L'esclusione vuole essere una limitazione intenzionalmente e
responsabilmente posta a noi stessi, onde evitare facili scivolamenti nel
campo della polemica politica attiva.
Si capisce che l'argomento è profondamente politico. Ma, proprio per questo,
siamo decisi a mantenerlo su un piano che conveniamo di chiamare
scientifico. Vi pregherei molto caldamente di tenere a mente simile limite.
3) Il convegno è' in una certa misura problematico. Esso non pretende cioè
di dettare soluzioni, ma vuole bensì porre certi problemi, segnalarli alla
attenzione di tutti noi, perché essi possano essere oggetto di un ulteriore
approfondimento, di un esame più attento, di uno studio più articolato e
conclusivo. Approfondimento, esame e studio che sfoceranno poi in un secondo
convegno, a scadenza che ci auguriamo non lunga.
Cosi, per esempio, voi vedrete che taluni temi saranno appena accennati,
appena sfiorati nelle relazioni e nelle comunicazioni; oppure soltanto posti
in sede, appunto, problematica.
Il problema della fase italiana della guerra rivoluzionaria, per es. (A che
punto è l'aggressione sovversiva al nostro Paese? Come si manifesta?).
Cosi, il problema della risposta, occidentale e italiana, alla guerra
rivoluzionaria.
È per questo, per l'impostazione e l'approfondimento di simili temi, che
!'Istituto Alberto Pollio annuncia fin da questo momento la formazione di
una serie di gruppi di studio, ai quali sarà proposto, in modo organico e
ben coordinato, di condurre indagini e ricerche, in vista di quello che sarà
il nostro secondo incontro. Nel corso dei .lavori di questo convegno;
contiamo di tornare su questo punto dei gruppi di studio con ,una
comunicazione più precisa e circostanziata, nella quale diremo anche quale
sarà l'articolazione dei gruppi stessi.
Intanto, un primo gruppo di studio, già è in funzione. Abbiamo qui fra noi
venti studenti universitari che !'Istituto Pollio ha pregato - dopo una
selezione di merito - di prendere parte ai lavori, appunto come gruppo. Essi
porteranno avanti l'esame degli argomenti che qui saranno affrontati e ne
faranno oggetto di ulteriori ricerche. L'Istituto Pollio, che qui li
ringrazia pubblicamente, si sforzerà di aiutarli in ogni modo: facilitando
le loro ricerche, promuovendo le loro sessioni di studio, ponendo a loro
disposizione il materiale necessario, ed eventualmente provvedendo alla
pubblicazione dei loro lavori.
Il gruppo di studio è coordinato dal dottor Dorello Ferrari, che fa parte
del Consiglio direttivo dell'Istituto.
Qualche accenno, infine (ed ho finito) alla articolazione dei nostri lavori.
Ascolterete subito, questa mattina stessa, la relazlione di Enrico de
Boccard, che sarà un po’ la vera introduzione al tema: Lineamenti e
interpretazione storica della guerra rivoluzionaria.
Nel pomeriggio, alle ore 16, vi parlerà Eggardo Beltrametti, per quella che
vorrei dire la relazione-cardine del nostro convegno: La dottrina della
guerra rivoluzionaria.
Subito dopo, si inseriranno nel dibattito le prime, importanti
comunicazioni: vi parlerà l'ingegner Vittorio De Biasi e poi il dottor
Giuseppe Dall'Ongaro, inviato speciale di up. grande quotidiano, vi darà
conto delle sue esperienze dirette in quelli che potremmo definire i «teatri
d'operazione» della guerra rivoluzionaria « calda ».
Nella mattinata di domani, la terza relazione: le tecniche della g. r. Una
relazione che si articolerà a più voci, per così dire,
sulla base di uno schema che vi sarà illustrato dall'amico Guido
Giannettini.
Nel pomeriggio, proseguirà l'illustrazione delle comunicazioni e si porterà
avanti il dibattito.
Contiamo di concludere della serata di domani, con qualche breve replica dei
relatori.
Infine una commissione, la composizione della quale vi sarà annunciata nel
corso dei lavori, si occuperà (nella giornata di dopodomani, 5 maggio) di
elaborare un documento conclusivo.
Delle principali relazioni, vi verrà consegnata una semplice traccia, per
vostra memoria. Traccia che corrisponderà in modo soltanto sommario alle
relazioni che ascolterete.
La pubblicazione completa e integrale degli atti del convegno con tutti i
discorsi e tutti gli interventi, verrà invece curata dallo Istituto entro un
tempo che ci auguriamo molto breve.
Debbo aggiungere che chiunque intenda prendere la parola, è pregato di farne
richiesta alla Presidenza, usando i moduli che vi sono stati consegnati. La
segreteria organizzativa del convegno è a vostra disposizione per qualsiasi
occorrenza.
Ho finito. Non mi resta che augurare a tutti noi un buon lavoro e -
dichiarando aperto il Primo Convegno di studio dello Istituto Pollio do
senz'altro la parola al primo relatore Enrico de Boccard.
|