2 AGOSTO 1997

Comunicazione del Presidente della associazione tra i familiari delle vittime della strage del 2 Agosto 1980 letta nel piazzale della stazione di Bologna alle ore 10,25 del 2 Agosto 1997

La presenza, come ogni anno, di tanta gente su questa piazza per ricordare la strage che il 2 Agosto 1980 causò 85 morti e 200 feriti, dimostra che, dopo 17 anni, la volontà di arrivare ai mandanti e agli ispiratori politici non è solo dei familiari delle vittime ma è comune a tanti cittadini.

Il 18 aprile 1997 è iniziato a Bologna il processo a Luigi Ciavardini, accusato di aver collocato la bomba alla stazione insieme a Francesca Mambro e Valerio Fioravanti. Con un copione che si ripete, ogni volta che inizia una nuova fase processuale, non sono mancati i tentativi di depistaggio, non adeguatamente contrastati neanche da autorevoli esponenti di alcuni partiti del Governo.

La sensazione che vi sia un accordo per tacitare le richieste di verità sulle stragi e sul terrorismo appare sempre più concreta; ormai si corteggiano i terroristi, debbono essere favoriti in ogni modo, con l’amnistia, l’indulto, la grazia, i benefici di pena. "Occorre chiudere con gli anni di piombo" si dice, e non si odono più gli impegni per ricercare la verità. Chi in passato aveva fatto di questo impegno un motivo di orgoglio appare ora molto defilato e reticente.

Il 15 aprile 1997 la prima Sezione della Corte di Cassazione ha assolto in via definitiva Sergio Picciafuoco dall’accusa di esecutore della strage.

I documenti ritrovati di recente al Ministero dell’Interno, sono una dimostrazione di quanto si potrebbe fare, se lo si volesse, per ottenere le carte necessarie ad arrivare a chi ha tramato e diretto la strategia del terrore. I ritardi del Ministro dell’Interno nel punire i responsabili degli occultamenti e la rapida riabilitazione degli stessi, debbono far riflettere.

In questo anno abbiamo contribuito ad incrinare il muro di silenzio che blocca ogni possibilità di avanzamento della verità e nella Commissione Stragi pare stia profilandosi una posizione più concreta di quella espressa nella prima bozza di relazione del suo presidente il Senatore Giovanni Pellegrino. Cominciano ad essere ammesse, anche in quella Commissione, le responsabilità per l’utilizzo del terrorismo e dello stragismo come strategia politica. Ma non basta, l’abitudine, tutta italiana, di cercare all’esterno la spiegazione dei buchi neri della nostra storia, non permette di guardarci intorno e di riconoscere chi, in Italia, negli anni passati ha utilizzato politicamente il terrorismo e le stragi.

Grandi complicità ai più alti livelli, continuano a coprire i mandanti e gli ispiratori politici del terrorismo.

Nessuno si illuda che la conclusione dei lavori della Commissione significhi spegnere la voce dell’Associazione.

L’ultimo tentativo conosciuto di inquinamento del processo per la strage alla stazione di Bologna è dell’agosto 1995, alla vigilia della sentenza della Suprema Corte di Cassazione, inquinamento ripreso nel febbraio di quest’anno. Il SISMI, servizio segreto militare, in sintonia con i due terroristi fascisti Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, influenzando il Giudice istruttore di Milano Guido Salvini, ha tentato di accreditare un loro falso alibi per riaprire il processo e mettere nel nulla verità giudiziali definitivamente accertate. Nonostante l’invio dei documenti alle più alte cariche istituzionali del Paese non ci risulta siano stati presi dei provvedimenti nei confronti dei responsabili di questa operazione, anzi la terrorista Francesca Mambro è stata premiata come detenuta modello.

E’ questa la modalità per assicurasi il loro silenzio?

Di quali protezione godono?

Pensiamo sia giunto il tempo di esprimere un giudizio politico sullo stragismo che produca l’allontanamento dalle istituzioni di chi questo stragismo ha favorito anche con la sua colpevole inerzia.

In un clima di grande deferenza da parte di molti membri della Commissione Stragi sono state compiute le audizioni degli Onorevoli Andreotti e Forlani, tutto si è svolto all’insegna di evidenti reticenze.

Destano stupore questi statisti nostrani sempre pronti a dare consigli per il futuro. Quando avevano altissime responsabilità politiche di governo sono riusciti a non accorgersi di nulla, mentre nel Paese si succedevano le stragi e il terrorismo veniva utilizzato in modo criminale dal potere per autoconservarsi.

Il Senatore Massimo Brutti, Sottosegretario alla Difesa, ha recentemente affermato:

"In Italia esistono le condizioni politiche perché sia fatto valere, senza eccezioni, un principio che è un principio elementare di un Paese civile e democratico, il principio di responsabilità. Chi ha messo in moto la macchina delle stragi deve essere chiamato a risponderne. Esistono le condizioni politiche per fare questo? Io credo di sì".

La legge di iniziativa popolare, depositata dai familiari delle vittime nel luglio 1984 per l’ "abolizione del segreto di Stato nei delitti di strage e terrorismo" non è ancora stata discussa dal Parlamento, sono 13 anni che rimane chiusa nei cassetti del Senato. É ritornata di attualità quando il 1° giugno di quest’anno alla Camera dei Deputati uno studente si è dichiarato insoddisfatto delle rituali dichiarazioni di intenti pronunciate dal Ministro di Grazia e Giustizia a nome di tutto il Governo.

A tutti i parlamentari chiediamo: Quando pensano sia giunto il tempo di discutere quella proposta di legge?

Quanto pensano debba ancora durare lo spregio con cui da anni vengono trattati i familiari delle vittime e i cittadini che hanno sottoscritto quella legge?

Si aspettano altre stragi per prendere impegni solenni che non verranno mai mantenuti?

Nulla è stato fatto in questo anno che vada nella direzione di un messaggio politico che indichi chiaramente la fine delle coperture di cui fino ad oggi i mandanti e gli ispiratori politici hanno goduto, solo parole di solidarietà formale ai familiari non accompagnate da fatti concreti.

Da più parti si propone di chiudere gli anni di piombo con provvedimenti quali l’amnistia o l’indulto.

Con questi provvedimenti, si vuole nascondere la verità, favorire chi ha taciuto per coprire chi ha utilizzato il terrorismo e le stragi per fini politici.

Gli anni di piombo si chiudono colpendo i mandanti e gli ispiratori politici, impedendo loro di riutilizzare le stragi e il terrorismo.

Questo periodo si chiuderà solo con la completa verità che i familiari e i feriti continueranno a ricercare anche attraverso il Centro di Documentazione Storico Politico sullo stragismo già costituito.

Anche la classe politica attuale sembra rinunciare a consegnare alle generazioni future coloro che hanno pesantemente condizionato la nostra democrazia nelle sue libere scelte, nulla di concreto è stato fatto, nulla che renda evidente la volontà politica di arrivare alla verità sulle stragi.

Solo parole, mentre nella sostanza si vanno moltiplicando atteggiamenti di benevolenza nei confronti dei terroristi e di oblio per le ragioni delle vittime.

Sulla lapide sono indicate le vittime, nella sentenza definitiva sono scritti i nomi dei loro assassini e di chi ne coprì le responsabilità, chi tenta di invertire i ruoli vuole coprire i mandanti.

L’innocentismo più o meno romantico che ha pervaso la stampa e la televisione è il sintomo di chi non vuole assolutamente analizzare gli eventi, ma vuole confondere l’opinione pubblica con campagne che giocano cinicamente sul dolore delle vittime e sono diseducative per le giovani generazioni alimentando in loro la cultura dell’illegalità.

Le vittime sopravvissute trovano dagli organi dello Stato mortificazioni, atteggiamenti burocratici e il più assoluto silenzio di stampa.

I familiari delle vittime ed i feriti debbono vivere anche oltre gli anniversari, è iniquo ricordarsi di loro solo nelle ricorrenze.

L’Associazione dei Familiari delle Vittime ha svolto in questi anni un continuo lavoro di denuncia con centinaia di dibattiti, comunicati e pubblicazioni, ha avvicinato migliaia di giovani e studenti in Italia e all’estero.

Ha perseguito, con costante impegno modalità di lotta civile e, forte della solidarietà di tanti cittadini, continuerà a battersi fino al raggiungimento di tutta la verità.


Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980
c/o Comune di Bologna - P.zza Maggiore, 6 - 40124 Bologna (IT) - Tel. +39 (051) 253925 - Fax. +39 (051) 253725 - Cell. +39 (338) 2058295
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